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Record mondiale per Svetlana Moshkovich

Sabato 22 febbraio 2025, al Velodromo Tissot di Grenchen, l'attuale campionessa mondiale Svetlana Moshkovich ha stabilito un nuovo record dell’ora – Women Handbike WH4.

Record mondiale per Svetlana Moshkovich

Nei 144 giri, che ha fatto in 60 minuti, ha percorso 36.132 chilometri. Mai prima d'ora una paraciclista aveva tentato un simile record su una handbike.

Solo qualche giorno prima la campionessa austriaca di nazionalità russa aveva incontrato lo staff Nalini presso l’azienda per provare il body costruito su misura per lei . Il pool di ricerca e sviluppo Nalini era partito dal modello sviluppato per il Team Picnic PostNL, realizzando esclusivamente per Svetlana un capo estremamente aerodinamico e, nel contempo, confortevole al punto giusto per permetterle tutta la libertà di movimento necessaria.

Tornando alla formidabile impresa da record, riportiamo l’interessante intervista rilasciata da Svetlana a Mathilde Rossi del Team Equa, di cui la campionessa è una delle punte di diamante.

Com’è stata l’esperienza del tentativo del record dell'ora? Puoi descriverci le tue emozioni prima, durante e dopo? “Il mio tentativo del record è andata più che bene. Non sapevo cosa mi sarebbe aspettato e come sarebbe stata un’ora di fila, quindi avevo tante paure, preoccupazioni e ansie. Mi chiedevo come avrei potuto sentirmi durante il giro. La mattina prima del record avevo tantissime ansie, ho addirittura pianto” Dice ridendo. “Sono davvero contenta di essere riuscita a trovare la concentrazione per poi partire. Infatti, dopo la partenza, quando inizio a sentire il movimento e tutto ciò che sono abituata a fare, mi sono ritrovata nel mio mondo”.

È stato un obiettivo che ti eri prefissata da tempo? “L’idea di fare il tentativo del record dell’ora in hanbike al Velodromo ce l’avevo già da un bel po’ di anni, circa tre anni. Ma prima non ho mai avuto la possibilità di organizzarlo. Non sapevo da che parte cominciare per organizzarlo e tutte queste cose. Ne parlavo tanto tempo fa anche con il nostro capitano, Paolo Cecchetto, che sarebbe stato bello fare una prestazione così, sia per una donna, sia per un uomo, perché si ha un’ora con delle condizioni precise e costanti, che non abbiamo mai nelle gare che facciamo in strada. Quindi mi piaceva molta questa cosa di creare un punto di riferimento per tutti, per tutte le donne. E finalmente ci siamo riusciti. É stato importante dire a me stessa che le emozioni che provo nel momento della partenza sono normali, perché nessuno sa come andrà, nessuno lo ha mai fatto prima questo tentativo, quindi l’ansia è totalmente normale, devo accettarla e andare avanti, partire da li. E questo mi ha aiutato molto, anche durante il tentativo. Accettare quello che viene, anche nella testa, nel cuore e andare avanti”.

Quali preparazioni fisiche hai dovuto affrontare per un’impresa del genere? Che tipo di allenamento hai seguito in vista del record dell'ora? Hai apportato modifiche alla tua handbike per ottimizzare la performance durante il tentativo? “Una prova così, di un’ora, non è una cosa che facciamo solitamente. Le nostre gare sono molto più esplosive e dinamiche. La prova di un’ora assomiglia un po’ alla gara a cronometro, che però non è mai da un’ora, ma da mezz’ora o quaranta minuti. Quindi l’intensità deve essere gestita molto bene. Non si possono fare scatti di potenza e accelerazione. Per avvicinarmi al tentativo, mi sono preparata molto diversamente rispetto al solito, lavorando sulla forza e sulla resistenza. Poi ho fatto 4 ritiri al velodromo, ho imparato a gestire la pista, a seguire la linea, lavorare con lo scatto fisso, per cui abbiamo fatto modificare anche la mia handbike. Scegliere un rapporto giusto per la prova di genere, abituarmi a pedalare sempre, a non avere freni, a girare sulle tre ruote in questa curva in pendenza di 46°. Ho avuto molta difficoltà nella mia testa, di superare la mia paura di andare in questa curva pendente. Ma ci sono riuscita al meglio!”.

Hai avuto momenti di difficoltà o incertezze durante il tentativo del record? Come li hai superati? “Ho aspettato che arrivasse il momento in cui mi sarei sentita stanca, ma quasi tutta l’ora ho fatto tutto nel mio tempo. Abbiamo scelto una strategia molto precisa, non abbiamo lasciato niente al caso, quindi ho seguito il piano, la tabella di marcia, perciò non ho avuto difficoltà gravi. Ci sono stati i momenti in cui sentivo i dolori, più che altro per la posizione obliqua, ma poi ho cercato di rilassarmi il più possibile e concentrarmi solo sul movimento delle braccia e sul ritmo, perché non avevo nessun punto di riferimento davanti a me, ma solo i tempi che mi dava il mio preparatore. Quindi contavo il ritmo, lo seguivo e giravo le braccia e questo mi ha aiutato. Mi sono rilassata e ho lasciato andare. Poi pensavo a tutti coloro che mi hanno aiutato a realizzare questa impresa, perché non è una cosa scontata. È costato moltissimo, infatti ho anche raccolto dei fondi tramite una piattaforma e tanta gente mi ha aiutato, anche la nostra squadra. Quindi ogni giro, quando avevo delle difficoltà pensavo ad ogni persona che mi è stata a fianco per realizzare tutto. Questa forza mi ha portato avanti. Gli ultimi 5 minuti sono stati più difficili. Perché agli ultimi 5 minuti ho sentito la campana, che era il segno dell’ultimo giro fissato con il commissario che registrava il record. Invece quando è suonata la campana avevo appena cominciato gli ultimi dieci minuti; quindi, mi ha presa un po’ di sorpresa e ho dato tutto in questo ultimo giro, ma poi il mio allenatore mi segnalava che dovevo andare avanti e quindi poi non ho più capito niente di quello che è successo. Quindi un po’ confusa ho dovuto riprendermi. Questo sprint finale mi ha messo in difficolta. Poi sentivo le braccia che non volevano girare più. Mi hanno regalato un pezzo di pista del velodromo come simbolo del record che ho fatto. È un legno della siberia, e mi ha fatto sentire un po’ a casa perché vengo dalla Siberia”.

Hai dei portafortuna o delle abitudini particolari prima di ogni gara? “Non ho nessun porta fortuna, ma ho i miei rituali mentali. Devo trovare la mia tranquillità, la mia pace, devo focalizzarmi mentalmente sul mio obiettivo, ma soprattutto concentrarmi sul momento presente, essere attenta a tutto ciò che provo e penso e questo mi aiuta a mettermi in condizione di essere pronta a fare la prestazione migliore.” - Hai nuovi obiettivi o progetti in mente dopo questa esperienza con il record dell’ora? “I traguardi più importanti li ho già raggiunti, essendo campionessa del mondo e ora avendo stabilito il record per tutte le donne in handbike. Il prossimo impegno è cominciare la stagione con la coppa del mondo a maggio, ma è solo la ciliegina sulla torta. Adesso sta alle altre donne a sfidarmi, a sfidare il mio record, e poi se qualcuno riuscirà a superarlo sarò contenta di provare a ricuperarlo. E così cominciamo la gara! Questo cartello è la dimostrazione che ce l’abbiamo fatta. Non dico che ho fatto io perché ho avuto una squadra fantastica, ed è davvero importante essere una squadra. Sia con il team Equa, sia con Andrea il mio compagno (Casadei – n.d.r.)  i miei 3 preparatori e tante altre persone che mi hanno aiutato a realizzare e organizzare questo sogno”. 

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